Michele Marin si racconta in un’intervista


Michele Marin. Un artista. Un esteta. Un creatore di profumi. Per due volte finalista a The Art and Olfaction Awards, con Animal Café (Extra Virgo, 2022) e Else (Francesca Dell’Oro, 2023). Un “naso” italiano (è nato a San Bonifacio, Verona, ma risiede a Firenze ormai da 18 anni) che tutto il mondo ci invidia e che dopo aver collaborato con moltissimi brand adesso è pronto a presentare a tutto il mondo il suo. 

Hai dato vita al tuo marchio Michele Marin Essenza. Perché questa necessità?
La necessità nasce dalla passione e dal desiderio di donare attraverso le mie creazioni uno sguardo interiore, diretto e profondo verso le materie prime che più amo.

A quando risale il tuo amore per il mondo dei profumi?
Dall’adolescenza e non mi hanno più abbandonato. Poi la scoperta dei profumi di nicchia a metà degli anni 90 attraverso una ragazza di nome Stefania che lavorava per Olfattorio in via di Ripetta a Roma, ha spalancato il cuore e la passione che ho iniziato a coltivare. Stefania adesso è una amica importante nella mia vita.

Se ti chiedessi di descrivere la parola “naso” con un aggettivo, quale ti verrebbe subito in mente e perché?
Il naso è un manovratore. Il senso che per primo usiamo appena apriamo gli occhi, anche inconsapevolmente, ci svegliamo a annusiamo nell’aria il profumo del caffè. Il naso di guida sempre. Si dice avere naso, fiutare. Credo che attraverso il naso avvengano le nostre scelte più autentiche. Le fasi della seduzione e l’incontro con la pelle della persona che amiamo e poi non dimentichiamo il naso che si accende quando entriamo negli ambienti che viviamo, nei luoghi spirituali, nei musei.

Ma nasi si nasce o si diventa?
Si nasce e si diventa. Si studia e si impara. Il genio non è per me. L’artigianato olfattivo si.

Da cosa parti per creare un profumo?
Una canzone, un film, una materia prima che desidero esplorare e dalla quale farmi affascinare e sorprendere nella composizione. Davvero un passaggio alchemico tra molecole di sintesi e oli essenziali.

Cosa significa “profumo di nicchia”?
Un profumo che parli di te, che sia tuo perché ti emoziona. Non per il suo costo, non per il brand, ma per la sua vibrazione originale che un profumo deve avere quando lo indossi, ti rappresenta intimamente ed è tantissimo. Parla di te a te stesso e agli altri.

C’è una particolarità, un fil rouge, che lega tutte le tue essenze?
In questa collezione di cinque estratti di Michele Marin Essenza non c’è un vero e proprio fil rouge.
Ma ci sono profumi di differente intensità che spero arrivino a coloro che indosseranno queste essenze. E per questo li ringrazio.

Ti è mai capitato di vedere un film o di leggere un libro e pensare a che profumo potrebbe indossare quel personaggio?
In un’altra vita avendo lavorato nell’opera lirica con maestri quali Franco Zeffirelli e Marco Bellocchio, l’idea di associare un profumo ad una eroina o ad un personaggio letterario è stata molto frequente. Tra le mie creazioni per altri brand posso ricordare Tadzio (morte a Venezia) per Homoelegans e di recente Else per Francesca dell’Oro ispirato alla novella “La signorina Else” di A. Schnitzler. E così per “Un weekend Postmoderno” di Soul Couture Parfum ispirato al saggio di Pier Vittorio Tondelli. Insomma un vero divertimento.

Mi piace molto questa tua immagine “una polaroid olfattiva” per indicare una fragranza che blocchi nella mente un momento della nostra vita
Grazie. Sì parla proprio di questo istante nel quale il profumo blocca e definisce un momento irripetibile e prezioso della tua vita e lì rimane. Questo è il profumo. Ecco perché a mio avviso la scelta di un profumo è davvero molto importante. Ma non difficile da compiere. Inquadra, respira e scatta.

Hai chiamato i tuoi profumi per la persona e le candele per l’ambiente, con la lettera “E” di Essenza, credo, seguita da un numero. Mi spieghi il significato?
La E significa proprio Essenza ma anche Emozione e poi Eleganza in inglese abbraccio si può dire anche Embrace e quindi anche questo. Alcuni numeri sono significativi per la mia vita mentre altri sono numeri primi che rappresentano la nostra unicità, l’irriducibilità. E La nostra primalità.

Hai mai pensato “Quel profumo avrei voluto crearlo io”?
Ovviamente si. Tra i classici “Jardin de Bagatelle” di Guerlain, la mia polaroid olfattiva della mia infanzia, poi “Pour un homme de Caron”. Tra le creazioni della prima nicchia direi “L’autre “di Diptyque vecchia formulazione. E poi tanti altri.

C’è un componente che non sopporti e che quindi non utilizzeresti mai nelle tue creazioni?
Ogni materia prima di sintesi o naturale ha un suo potenziale davvero unico. Non ho materie prime che non sopporto. Il segreto è trovare l’accordo irripetibile ed unico attraverso la formula. E da lì tutto si trasforma.

Sarai presente a Pitti Fragranze che si apre domani alla Stazione Leopolda di Firenze
Sarò presente nella sezione Spring. Per me davvero un onore poter esserci per il lancio ufficiale della mia collezione. Devo molto a questa magnifica città. “Florentine Gardenia” è la mia polaroid olfattiva per lei.

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Una risposta a “Michele Marin si racconta in un’intervista”

  1. Avatar Cristian
    Cristian

    Michele è una Grandissima persona. A mio avviso, ne sentiremo parlare. Tanto e bene.

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